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mercoledì 16 maggio 2012

Mettersi in rete, opportunità o ultima spiaggia?





Dieci anni fa, entrare a far parte di una rete di imprese era considerato essere un imprenditore di serie B, uno di quelli che ha bisogno degli altri per sopravvivere, oppure esattamente l'opposto, cioè entrare a far parte in un club di imprenditori di prestigio.
In mezzo ci stavano la maggior parte di imprenditori che non credevano nell'aggregazione come importante strumento di sviluppo.

Trenta anni fa, i primi raggruppamenti si chiamavano consorzi, erano finalizzati a ottenere vantaggi quali commesse di un certo livello e avevano anche un discreto tornaconto economico grazie a cospicui contributi, spesso a fondo perduto, che regioni o province elargivano con abbondanza.

Ne ho usufruito anche io, fondando insieme ad altre 4 imprese, il primo (almeno così ricordo) consorzio di agenzie di pubblicita che esisteva in Italia.

E oggi?
Oggi ritengo che il raggruppamento di imprese possa essere davvero una grande opportunità per sviluppare la propria attività.
Il problema é che per partire con una rete ci vogliono discreti investimenti e a livello di contributi pubblici se ne vedono davvero pochi (ieri però ho letto di importanti contributi che la regione Lombardia ha destinato allo scopo, forse qualcosa si sta muovendo).

Una impresa in crisi, come ce ne sono tante, che cosa ottiene entrando in una rete orizzontale o di filiera?
Un primo importantissimo vantaggio, non é piú sola, sia l'impresa sia la persona imprenditore!
E questo può voler dire condividere le proprie aspettative o frustrazioni con altri imprenditori che sicuramente possono offrire un valido supporto.

E allora tutti in rete!

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